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20 dicembre 2010

Sognando California


Martedì scorso a Chieti c'era la neve, a Roma il fuoco. Roghi nelle strade come nella scena finale del Caimano. Non è la prima volta che un film di Nanni Moretti mostra preveggenza, il Portaborse arrivò un anno prima di Tangentopoli e la crisi della sinistra con le sue contraddizioni era già annunciata in Palombella Rossa del 1989, in altri film aveva denunciato il vuoto di valori e la cialtroneria dilagante. In Bianca c'era la scuola Marilyn Monroe che mostrava perfettamente quello che le nostre scuole sarebbero diventate nell'epoca della multimedialità.

Qualcuno ora sembra quasi soddisfatto di una protesta che finalmente si accende e crea un po' di scalpore; le altre proteste civili sono state subito cancellate: gli operai autoreclusi in un carcere, lo sciopero della fame degli insegnanti lasciati senza lavoro, gli studenti sui tetti, gli operai stranieri arrampicati sopra una gru, gli schiavizzati dei call-center. Tutto viene rapidamente inghiottito dal gorgo senza senso e senza fine dei notiziari.

Tuttavia non capisco come si possa sperare nella rivolta. Cosa può portarci di buono? La cacciata del Caimano dalla reggia con tutta la sua corte di nani e ballerine. Sarà pure una soddisfazione, ma che ce ne facciamo? Restano solo macerie morali.


Ha ragione Maria Rita D'Orsogna a dire che "non siamo arrivati qui per caso. Ci sono dietro anni di scelte politiche scellerate, e peggio c'e' il carattere italiano secondo cui imbrogliare va bene, se e' per una "buona causa", per aiutare chi ne ha bisogno, o perche' cosi' fan tutte. Dai concorsi all'universita' spartiti e assegnati prima ancora di sedersi sulle sedie del quiz, fino alla parruchiera che mi chiede "ti posso fare un po di meno sullo scontrino?", dagli avvocati miliardari che pagano gli apprendisti 500 euro al mese..."

E' l'Italia cialtrona, l'italietta dei furbi che Mario Monicelli faceva interpretare da Alberto Sordi. Furbetti avidi e ignoranti che arrivano a guidare la banche, le industrie, i giornali, i ministeri.

Maria Rita D'Orsogna scrive nel suo blog: "Penso a Roma che brucia. Che posso fare? Non l'ho votato io Berlusconi. Vorrei cancellare il Settembre 1979 e non essere mai stata italiana. Qualcosa mi assale. Mi dispiace vedere Roma cosi'. Mi dispiace non poter fare niente. Non e' giusto. Non e' giusta questa sconnessione fra chi siede ai palazzi e chi sta in strada. Non e' giusta la plateale compravendita di voti, non e' giusto che di giovani, ambiente, di giustizia sociale, di integrazione vera, di futuro non se ne occupi nessuno in Italia."

Ora hanno inventato anche un modo nobile per poter lasciare in abbandono le cose più importanti, si chiama "sussidiarietà", significa che ci si arrangia col volontariato, tante piccole associazioni senza soldi, mentre i furbi delle varie cricche si spartiscono il denaro pubblico dei grandi appalti per  opere inutili: costruire case quando ce ne sono già troppe; spendere milioni negli impianti per bruciare ciò che si potrebbe utilmente riciclare; investire negli armamenti; privatizzare tutto per evitare il rispetto di ogni regola; aumentare il debito per cancellare la speranza nel futuro.

A Maria Rita D'Orsogna la rivista D'Abruzzo ha conferito il premio della migliore abruzzese, ma lo sconforto le fa dire che preferirebbe non essere italiana. Il motivo ce l'ha spiegato Monicelli nella sua ultima lettera: gli italiani sono quelli che ridono di Alberto Sordi con i suoi personaggi di italiano vile, sopraffattore, inaffidabile, pronto a qualsiasi bassezza, immondo. Gli italiani non si indignano, si divertono, mentre gli stranieri, come ci confida lo stesso Monicelli, non lo possono vedere. Si chiedono: ma come fa a divertire questo essere immondo? Cosa c'è da ridere? Esattamente come se lo chiedeva Nanni Moretti da giovane, in polemica con Monicelli. Oggi ridiamo dell'onorevole Cetto Laqualunque: la peggiore ignoranza diventata potere.

Nella cialtroneria furbesca portata sulle scene  probabilmente l'italiano si sente compreso e giustificato. Invece bisogna fare qualcosa per cambiare.

Bisogna isolare gli imbecilli, metterli in condizione di non nuocere. In un dibattito tra un Alcide De Gasperi e un Cetto Laqualunque non è possibile restare imparziali, neanche se i qualuquisti sono tanti. 

Per me è bello leggere quello che scrive Maria Rita D'Orsogna dalla lontana California, mi riconosco nel suo modo di pensare e mi sento ben rappresentato, spero che un po' alla volta la ragione e l'intelligenza possano risorgere anche da noi. Però scorrendo gli articoli del suo blog dedicato ai problemi dell'Abruzzo si vede che la sua preziosa opera di informazione si scontra con la furbizia cialtrona dei Cetti nostrani: li cita per nome, uno per uno.

Per loro è stata approvata la legge regionale "antipetrolio", quella che doveva bloccare i petrolieri. Ecco cos'hanno bloccato, solo le zone chiare della cartina. Dove ci sono vigne e uliveti i petrolieri potranno liberamente agire e inquinare.L'assessore all'agricoltura è soddisfatto.

Quanti giornali hanno pubblicato questa cartina nei giorni in cui i furbetti della confindustria locale si lagnavano che senza la distruzione petrolifera l'Abruzzo non avrà sviluppo? Anche questa  l'ho presa dal blog di Maria Rita D'Orsogna.

L'Abruzzo non avrà sviluppo finché continuerà ad affidarsi ai costruttori di palazzine a cemento impoverito, ai costruttori di inutili inceneritori, agli avvelenatori di Bussi e della Val Pescara, ai trafficanti di rifiuti industriali., tutti ben arroccati dentro la confindustria locale. L'Abruzzo non avrà sviluppo finchè non lascerà alcuna possibilità di fare a chi ha voglia e capacità di affermare le nostre grandi ricchezze naturali, agricole, eno-gastronomiche, culturali, paesaggistiche. 

Maria Rita D'Orsogna vorrebbe trovare politici capaci di rappresentare la gente e gli interessi della gente: la salute, il benessere, la chiarezza, l'onestà. Non è utopia, come molti furbetti vogliono farci credere, lei in  California queste cose le vede e ci racconta del blocco di permessi petroliferi fino al 2017 (un divieto di trivellare che coprirà tutta la costa Atlantica e quella Pacifica, oltre la Florida); ci racconta di molti senatori, governatori e sottosegretari USA che apprezzano queste decisioni perché evidentemente si sentono rappresentanti della gente e non servi dei furbetti. Ci parla del capo tribu' Allan Adam di Fort Chipewyan che nella sua difesa del territorio ha trovato il sostegno economico e la visibilità pubblica offerti dal regista James Cameron

L'America non è un paradiso, c'è anche la Halliburton che estrae il gas con la tecnica del fracking avviata con la connivenza di politici come Bush e Cheney, ma quando la gente vede che così si danneggia ciò che appartiene a tutti sa reagire. Solo qualche scellerato può dire "del bene pubblico ce ne freghiamo".

Perché in Italia non c'è niente di questo? Perché in Italia ce ne freghiamo allegramente? Perché in Italia nascondiamo i fatti. Perché dev'essere una professoressa di Los Angeles a farmi sapere che in Basilicata i fanghi perforanti interrati nei campi all'insaputa dei contadini, sono diventati cibi che noi andiamo a comprare e mangiare? Non è Gomorra, si chiama Total.

Da noi nessun giornalista ci dice che a Mantova la gente respira idrogeno solforato che fuoriesce dal Petrolchimico. Le persone che accusano malori vengono regolarmente rassicurate; nessuno vuol dire che quella sostanza causa malattie respiratorie, circolatorie, neurologiche e danni al DNA; nessuno denuncia che le centraline di rilevazione tarate al valore limite di 10 ppm sono del tutto inutili perché l'allarme dovrebbe scattare a 0.030ppm. Da noi il nome dei Moratti vuol dire Inter oppure l'amministrazione di Milano e solo frugando nelle librerie trovi informazioni su Sarroch. Sul blog della professoressa D'Orsogna se ne parla da anni.

Certe cose puoi saperle solo così, dalle associazioni che quando denunciano questi fatti perdono il nobile attributo di "volontariato" per diventare i fastidiosi "ambientalisti" quelli che per definizione dicono sempre no a tutto. I furbetti in Italia si arricchiscono e comandano perché si fa troppo presto a tappare la bocca ai fastidiosi grilli parlanti. In Italia troppi pinocchi chiamati a seminare i loro zecchini nei campi dei miracoli non vogliono sentirsi  dire la verità,  preferiscono ammazzare il "grillo parlante" per continuare la lieta corsa dietro Emilio Fede, Signorini, Feltri e il caravanserraglio di Lele Mora verso il Paese dei Balocchi

Maria Rita D'Orsogna, con la stessa serietà a competenza con cui è arrivata ad insegnare nell'università americana, ci mostra fatti, dati, valutazioni scientifiche e ci chiede solo il buon senso di tenerne conto. Scelte chiare nell'interesse di tutti, ma non sa più a chi chiederlo visto che in Italia e in Abruzzo quelli che potrebbero decidere si guardano bene dal farlo. C'è una macchietta di Alberto Sordi dietro le ambiguità di Chiodi, di Giuliante, di Venturoni, come c'era già anche ai tempi di Del Turco e Caramanico.

Non si tratta di stanare il Caimano dalla sua reggia per giustiziarlo in piazza. Non serve. Dobbiamo solo cominciare a fare le cose per bene: "Sei un avvocato? Pagalo per bene il tuo apprendista. Sei un industriale? Non riversare i rifiuti nel fiume. Sei uno studente? Non cercare scorciatoie, studia per davvero. Sei un dentista? Falla la ricevuta fiscale.  Si deve ripartire dalla base delle cose. Non posso fare niente. Dobbiamo tutti cambiare un pochino. Dobbiamo insegnare ai nostri figli che la cosa pubblica e' sacra, sempre. Dobbiamo renderci conto che la rivoluzione vera parte dalle nostre vite."

Purtroppo io non vivo in California, "da dove partono tutte le idee, le innovazioni tecnologiche che poi saranno nelle case e nei cervelli delle persone del resto del mondo". La professoressa D'Orsogna ci dice che è "uno stato che dà attenzione ai temi dell'ambiente, dell'attivismo, della giustizia sociale, dell'uguaglianza e dove le cose si fanno senza paura, anche se non sono mai state fatte prima". Non vivo in California ma non voglio guardare i fuochi nelle strade di Roma, non voglio vedere né i ragazzi che lanciano sassi contro le camionette, né i poliziotti che si accaniscono su qualche poveraccio riverso a terra,  né i finti manifestanti che spaccano la testa a un ragazzo che lancia pomodori.  E' atroce. Non so se  il peggio è in queste cose o nel sapere che buffoni, squadristi, mignotte e faccendieri sono diventati legittime autorità della Repubblica, perché sono due facce della stessa medaglia.

Vorrei ripartire dalla neve, dal candore, dal silenzio dalla quiete natalizia (lontano, lontanissimo dai Megalò) per ritrovare la capacità di riflettere sul bene che ciascuno può fare, sul bene individuale che diventa bene comune e sul bene comune che può essere goduto da tutti come benessere individuale. Possiamo farlo. Se è vero che gli italiani sono dotati di genio creativo, se è vero che gli abruzzesi sono forti e gentili (non solo ignoranti e creduloni) possiamo farlo anche noi come in California.

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