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30 novembre 2010

I segreti di casa nostra

Sulle prime pagine di tutti i giornali campeggia il nome di WikiLeaks. Julian Assange è la nuova minaccia dell'impero occidentale, non ha la barba lunga di Bin Laden, non esibisce armi, non invoca il Corano, ma lancia contro l'Occidente una sfida pacifica e liberale: la vera trasparenza, la reale controllabilità democratica dell'azione dei governi.
Julian Assange assomiglia al bambino della favola di Andersen, ma non si limita a dire che "il Re è nudo". è lui stesso che ha spogliato i vari re del mondo mettendo in mostra le loro vergogne.
Noi cittadini siamo sospesi tra comicità e sgomento, siamo costretti a domandarci se la democrazia ha davvero bisogno di segreti, che dovrebbero essere tutelati anche dalle incursioni piratesche di Wikileaks, oppure la democrazia vera è solo quella completamente trasparente come vuole Capitan Assange. La risposta è difficile, non proverò neanche a darla. Questo è il momento di ridere girando lo sguardo dai potenti del mondo rimasti senza mutande alla faccia da bambino insolente dell'hacker australiano.

Nei prossimi giorni leggeremo sicuramente gli argomenti pro e contro. Qualcuno prenderà le difese dei segreti di stato, altri difenderanno il diritto di conoscere del popolo sovrano. Qualcuno ci porterà l'esempio della Enigma, la macchina criptatrice usata dai nazisti e la storia della decriptazione effettuata da Marian Rejewski e Alan Turing: che effetto avrebbe avuto uno scoop che avesse consentito ai nazisti di capire che i loro messaggi venivano intercettati e decifrati? Il segreto era necessario per vincere. Turing e Rejewski dovevano lavorare in segreto per contrastare efficacemente gli ordini segreti dei nazisti, esattamente come Assange oggi svela al mondo i segreti dei governi mantenendo il segreto delle sue fonti. Non sappiamo quale segreto vincerà, possiamo solo discutere su quale sia il segreto da conservare come chiave di volta che sostiene tutto il castello delle libertà democratiche: il segreto di stato o l'anonimato della folla?  Sicuramente non sarà un segreto di Pulcinella come quelli che ora riempiono le colonne dei giornali: il premier italiano vanitoso e incapace; il francese permaloso e arrogante; il cinese nemico di Google; il russo dominante... non sono questi giudizi da gossip politico a fare di WikiLeaks una minaccia o l'obiettivo di massicci attacchi informatici,  né qualcosa da custodire in un bunker antiatomico. A leggere i giornali di oggi sembra di sentire la mano premurosa e materna che copre i nostri occhi per evitarci lo shock di guardare la nudità troppo vergognosa del potere.

Parlando delle solite cose tutti i segreti restano segreti, per tutti, salvo i pochi monelli che andranno a frugare direttamente nel sito in qualche momento in cui risulterà fortunosamente raggiungibile. Lo sta facendo un senatore lucano che ha scoperto tra i files pubblicati da WikiLeaks tracce delle strategie speculative di imprese russe in Valbasento (Basilicata). Noi abruzzesi invece restiamo a domandarci cose che non dovrebbero mai essere segrete, per esempio dove passa il filo della luce. Perché un cavo di corrente elettrica deve attraversare il mare? Perché per collegare Foggia a Tivat deve passare a Cepagatti? cosa prevede l'accordo Italia-Montenegro? da dove arriverà l'energia e dove sarà diretta? perché il Comune di Pescara ha firmato l'accordo e il relativo compenso senza discussione in Consiglio Comunale? perché tanti segreti intorno ad un filo elettrico? perché mentre Pescara si preoccupa di indicare il tracciato dell'elettrodotto a Chieti tutto tace? Non ci saranno per caso segreti simili a quelli degli impianti chimici di Bussi dettati dalla inopportunità di dire alla gente "vi stiamo avvelenando"? non ci sarà sotto qualche affare come quello degli inceneritori della coppia DiZio-Venturoni? Non sarà il caso di aprire anche qui un piccolo WikiLeaks abruzzese per non restare al buio dentro casa nostra?

1 commento:

teatinik ha detto...

C'è qualcosa su primadanoi. Dicono che
«non esiste, né mai è esistito un unico progetto per realizzare un’enorme linea elettrica che da Tivat arriva a Pescara in cavo sottomarino, poi prosegue interrata fino a Villanova (Cepagatti) dove diventa aerea per arrivare a Gissi e concludere il suo percorso a Foggia. La puglia ha un surplus di energia, quindi non necessita di energia».

«L’affare non è tanto la costruzione del cavo stesso», ha sostenuto Valloreja, «ma il valore dell’infrastruttura si impenna in considerazione del fatto che quella diventerà una linea principale, anzi l’unica, per la Russia sul Mediterraneo».

Molti dubbi scaturiscono poi dalla fretta che Terna ha avuto nel chiudere l’affare. Il Comune s'è accontentato di 5 milioni quando poteva chiederne a termini di legge 19 e tutto l'affare è garantito da Djukanovic, uno già attenzionato per veri traffici illeciti. Siamo messi bene.

TheAtiNik