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09 giugno 2010

Apprendisti stregoni


Cosa possono combinare gli apprendisti stregoni quando si mettono a giocare con forze molto più grandi di loro? cosa può succedere quando i temerari sperimentatori perdono il controllo della situazione? Nessuno può saperlo.
Già in altre occasioni gli esseri umani hanno tentato esperimenti che mettevano a rischio il pianeta. Anche gli scienziati atomici si comportarono come apprendisti stregoni ed è appunto questo il titolo del libro in cui Robert Jungk racconta l'avvento dell'era nucleare.

In altri casi la situazione è rientrata nella normalità. I danni sono stati sopportati dalla nostra vecchia Terra. Ma siamo di nuovo nell'angoscia. L'immagine del mondo ferito che si dissangua vuol essere una rappresentazione di quest'angoscia. Col passare delle settimane la notizia perde di interesse, ma il problema cresce.




Su Repubblica ho letto la lettera del "ragazzo della via Gluck" giustamente preoccupato che il mondo ci stia "vomitando addosso 19mila barili di peste al giorno, oscurando il mare degli americani e rischiando quindi di avvelenare l'intera catena alimentare".

L'accostamento tra l'incubo di quella vena di petrolio che non si rimargina in nessun modo e la probabile abolizione della libertà di stampa in Italia ha immediatamente irritato i ringhiosi mastini della già incatenata stampa italiana. L'articolo di Veneziani sul Giornale cerca di ridicolizzare Celentano: il profeta, il Vate, Nostradrianus, il Mistico del Rock che viene a ricordarci che "tra due anni finisce il mondo" (la lettera pubblicata da Repubblica in verità esordisce con un'affermazione esattamente contraria). Per denigrare la persona gli si rimprovera tutto, dal successo personale alla libertà di parola. In sostanza gli si dice di cantare e non pensare. Nulla dei fatti esposti nella lettera.

I fatti sono veri e non da poco conto. Anche l'accostamento tra le ferite dell'ambiente e quelle della democrazia è esatto e ne trovo conferma in una dichiarazione rilasciata dal giornalista americano James Fox che si è recato a Grand Isle, sulla ferita aperta del mondo: "La gente qui sembra letteralmente pietrificata dalla paura”.

Intorno alla catastrofe provocata dalla BP nel Golfo del Messico c'è una comunicazione ovattata. Ci dicono che il presidente Obama è furente. Quasi che fosse una questione legata al suo carattere personale. Credo invece che siano i fatti ad accendere l'ira del presidente. Gli apprendisti stregoni l'hanno fatta veramente grossa e nessuno sa chi sia o dove sia il mago capace di rimettere le cose in ordine.

Quelle scene dei primi giorni in cui si vedevano i tentativi di isolare la macchia, ora non si vedono più. Sembra che non sia opportuno mostrare immagini. Qualche uccello inzuppato di petrolio. Non il mare della Louisiana, non gli abitanti dell'Afghanistan, non l'attuale situazione di Chernobyl, perché la gente potrebbe capire che abbiamo affidato il mondo nelle mani di una cricca di pasticcioni. Ovunque c'è la tendenza ad occultare i fatti.

La recente tardiva e lievissima condanna inflitta ai responsabili della catastrofe di Bhopal ci mostra che ovunque prevale la voglia di condonare e di oscurare. Invece è arrivato il momento di svegliarsi e cominciare a discutere di cose serie.

Direi che la discussione potrebbe cominciare proprio da quello che Adriano Celentano scrive nell'ultima parte della sua lettera parlando della forza dei poveri. Possiamo spegnere la narcotizzante o allucinogena TV. E dobbiamo soprattutto riprendere in mano la nostra coscienza di poveri abitanti del pianeta Terra. Tanto poveri che la nostra unica ricchezza è il mondo che abitiamo. Tutte le altre ricchezze sono false e ingannevoli. Se non gradite le parole del molleggiato potete scegliere quelle del Pontefice: "custodisci il creato". Non è vero che il precipitoso scambio di oggetti, il vorticoso circolare di autovetture, l'incessante chiacchiericcio dei cellulari siano una ricchezza irrinunciabile. Basta l'eruzione di un vulcano per fermare tutto.

La frenesia del consumismo sostenuta da un distruttivo turbo-capitalismo è solo nevrosi. Danze ubriache intorno al vitello d'oro.

Noi abruzzesi (compresi quelli meno amici della natura, quelli che non sono mai stati "a piedi nudi a giocare nei prati") abbiamo un'occasione importante per fare la cosa giusta con assoluta semplicità e tranquillità: un NO chiaro, fermo e definitivo alle trivellazioni nei parchi, nelle vigne e nel mare.

Un'occasione per riaffermare il valore dell'Abruzzo verde, senza pozzi di petrolio, senza centrali nucleari, senza ciclopici elettrodotti, senza discariche abbandonate, senza raffinerie, senza gasdotti. Un Abruzzo capace di vivere delle sue ricchezze e delle sue energie naturali.



4 commenti:

@enio ha detto...

certo che ste proposte per Chieti e zone limitrofe fanno fatica ad essere apprezzate!!!!!

nonno enio ha detto...

Sapete cosa sono i Cip6? Non sono molti quelli che sanno rispondere. Soprattutto da quando dal 2007 la bolletta dell'energia non riporta più i dettagli di tutte le voci, a prescindere dal gestore.

I Cip6 sono una parte, circa il 7%, di quello che tutti noi con un qualsiasi contratto di utenza elettrica paghiamo in bolletta e che dovrebbe servire a finanziare le energie rinnovabili ma che invece viene utilizzato per sovvenzionare inceneritori e similia.

All'inizio degli anni '90 l'italia attraversava un perido di crisi energetica, così vennero introdotti questi contributi, i Cip6/92 appunto, per incentivare le energie alternative.

Da dove arrivavano i soldi per questi contributi? Dalle nostre bollette! Infatti fu applicato un aumento di circa il 7% sui nostri consumi da destinare a questi contributi.

E chi poteva usufruirne? Teoricamente i gestori di impianti di produzione di energie rinnovabili (eolico, solare, ecc.), ma in realtà la maggior parte è finita nelle tasche di chi ha costruito inceneritori e raffinerie di petrolio. Come questo sia potuto accadere è quasi inspiegabile, tanto che anni dopo l'Unione Europea ha aperto un procedimento di infrazione nei confronti dell'Italia

Anonimo ha detto...

Come questo sia potuto accadere è facilmente spiegabile, ma c'è chi non vuole capirlo. Mi raccomando, continua a votare per l'inceneritore della democrazia che ti mette uno scajola allo sviluppo e la figlia di un industriale inquinatore all'ambiente.

Francesco C.

nonno enio ha detto...

@francesco

il problema è che devo ancora conoscere un politico che non si sia arricchito a scapito della comunità, qualunque sia il suo colore politico... in Abruzzo abbiamo l'ultimo esempio lampante di qualche anno fa dove il malaffare tra regione e titolare di clinica privata è stata stroncato da un magistrato... oggi sono tutti uguali, non vanno in politica perchè faranno i nostri interessi, ma per recuperare i soldi spesi nelle loro campagne elettorali e contano nei 5 anni a seguire di guadagnarci un bel pò..