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21 agosto 2009

Stasera kebab

La notizia girava già da ieri, ma l'ho letta solo oggi: a Capriate (BG) hanno vietato la vendita di kebab. Ma il kebab non fa male e lo sanno tutti, perciò si può vendere anche a Capriate purché non siano gli stranieri a venderlo. La ragione, secondo gli artefici di questa geniale trovata, è di carattere puramente urbanistico: evidentemente la faccia dello straniero dietro il bancone potrebbe alterare l'equilibrio architettonico del palazzo.

Immaginate se a New York fosse consentito aprire pizzerie dove la pizza la prepara un italiano: sarebbe un vero disastro urbanistico, non vi pare? No, meglio che gli italiani restino tutti a fare gli spacciatori e i killer per conto della mafia. Provo a scherzare, ma è dura. Quello che sta succedendo in Italia è follia.

Ho deciso: stasera Kebab. Sì, vado con mia figlia a mangiare Kebab da Amir in via Arniense. Ci vado con orgoglio da terrone, sapendo che qui, a Chieti, posso mangiare un kebab fatto da chi lo sa fare. Me lo potrò gustare come una pizza preparata a New York da un vero napoletano, come un gelato comprato ad Amburgo da un vicentino o un bellunese, come un cannolo a Parigi in una vera pasticceria siciliana o un caffè espresso a Buenos Aires preso dalle mani di un cameriere che parla abruzzese.

Sia chiaro che non ho niente contro gli italiani del nord. Anzi li ammiro perché hanno una cultura del lavoro migliore della nostra. Li conosco. Vivevo a Verona quando si formarono le prime sezioni della Liga Veneta, quelle che furono poi imitate da Umberto Bossi in Lombardia. Ricordo benissimo che certi loro argomenti si fondavano su problemi reali. Ma ora siamo arrivati al delirio. Borghezio, Castelli e Calderoli hanno scalzato Giancarlo Pagliarini e Alessandra Guerra. Ora si criminalizzano le semplici posizioni amministrative, si creano pericolose barriere sanitarie, si introducono discriminazioni scolastiche e peggio di tutto il divieto di riconoscere i figli e il divieto di matrimonio con stranieri.

Contro queste leggi razziali c'è un appello firmato da illustri intelligenze del nostro paese (ce ne sono ancora per fortuna e strilliamolo forte altrimenti all'estero pensano che davanti alle cosce, i culi e le risse della TV ci siamo rimbecilliti tutti). Ricordiamoci che di fronte agli altri rappresentanti dell'Europa noi ci presentiamo così e così: a chi ci domanda quale rigore legale possiamo garantire rispondiamo sole mare e mandolino (guardate le facce per favore). Ora la situazione è anche peggiorata perché a Strasburgo non c'è più Prodi e la Bonino, ma insieme a Borghezio abbiamo eletto Matteo Salvini, l'inventore dell'apartheid meneghino.

In questo sfacelo del senso civile la delibera anti-kebab sembra quasi una barzelletta: che faremo poi coi ristoranti cinesi? continueranno ad essere gestiti dai cinesi, con cuochi cinesi e cameriere cinesi? e l'urbanistica non viene danneggiata? Ci vorrà un piano-casa che prevede verande oscurate dove nascondere tutti gli extracomunitari o mansarde multiple che trasformeranno in pagode ogni condominio, ma non si vedrà più in giro nessuno con gli occhi a mandorla. Così il decoro urbanistico è salvo.

E sarebbe ancora più facile scherzare sull'assurda proposta dei professori (italiani) che devono conoscere il dialetto e possono anche non avere il titolo di studio per insegnare, ma sì tanto a che serve un professore che ha studiato? l'importante è affermare il razzismo a tutti i livelli, quindi anche tra noi. Nella città di Manzoni butteranno fuori qualunque toscanaccio: vatti a sciacquare nell'Arno, terun! Ci andrà il figlio di Bossi a fare il professore, nell'ora di matematica insegnerà ai ragazzini col grembiulino verde di quando Sant'Ambrogio adorava il dio Po e di come Alberto da Giussano col suo copricapo cornuto combatteva contro i meridionali. La storia di Romolo e Remolo la insegneranno solo a Trastevere.

La verità è che il razzismo, da cui noi italiani ci siamo considerati immuni fino a pochi anni fa, ora sta dilagando paurosamente e raggiunge livelli estremi i cui esiti futuri sono imprevedibili, con scenari angosciosi. Il seme cattivo distrugge le piante buone. Posso anche dire razionalmente che provo ammirazione per gli italiani del nord, ma di fronte a queste posizioni odiose ci si sente costretti a reagire, a rintanarsi nella riaffermazione del sè, che diventa un orgoglio da terrone speculare a quello del finto celtico leghista e così cadiamo tutti nella trappola della discriminazione e dell'odio. E' sempre la moneta cattiva che scaccia quella buona, purtroppo. Perché non c'è nessun progresso nell'inseguire le pulsioni più immediate. Il razzismo sta contagiando anche certi sindaci democratici (per fortuna non il nostro) che se la prendono coi lavavetri e le baracche. Abusivi, certo. Ma non c'è una scala di valutazione anche nell'abusivismo? Perché si condona qualunque lottizzazione abusiva, qualunque scempio paesaggistico diventa permanente, le catastrofi ambientali occultate e ignorate, il furto sociale si chiama graziosamente "evasione" e si impone il rigore della legge solo alla misera baracca dei poveracci?

Stasera kebab! al negozio di uno che non ancora parla bene l'italiano, ma ti saluta con un sorriso aperto e amichevole. Mangeremo vero Kebab extracomunitario, mentre a Capriate si dovranno ingozzare qualche ciofeca di pura razza ariana o padana, cioè un niente che sa di niente, una specie di pizza con marmellata di spaghetti cucinata da un texano.

Borghezio, l'europarlamentare che va in Francia ad istruire gruppi neonazisti, da noi addestra "ronde padane" di pura fede apolitica (in altre parole sta già violando la stessa legge voluta dalla Lega), ora esige anche l'abolizione del segreto militare sugli UFO. Non sto scherzando (ascoltate questa) Borghezio vuole che tutti i governi dicano chiaro e tondo che gli alieni sono tra noi. Tutti hanno avvistato qualche UFO, qualche squadriglia di dischi volanti o di misteriose creature che disegnano cerchi nel grano, però i governi mantengono il segreto e ciò impedisce alla Lega di capire se i marziani sono bravi a preparare il kebab. E' indispensabile consultare i documenti segreti per deliberare sulla legittimità del kebab extraterrestre a Capriate. Non solo, è necessario anche accertare se le venusiane possono fare da badanti al nonno (ci sarebbe un bel risparmio sui contributi e così facciamo rimpatriare tutte le polacche e le rumene). Ma non si piglierà paura il povero nonno padano a tenersi in casa un'aliena tutta verde con le orecchie a punta? Oppure, com'è più probabile, Borghezio sospetta che gli alieni siano sprovvisti del permesso di soggiorno, vorrebbe stanare questi clandestini dello spazio, farli arrestare e se necessario far scoppiare la Guerra dei Mondi contro questi esseri che arrivano sulla terra senza dichiarare guerra, senza fare massacri e neanche un piccolo assalto al campanile di San Marco. Codardi! Borghezio farà vedere i sorci verdi all'esercito spaziale di Eta Beta. Questa sì che è politica, ragazzi!



Meno male che anche a tarda sera in via Arniense non ci sono né alieni, né ronde. Si sta tranquilli. Godiamoci il kebab!

E in segno di amizia verso gli italiani del nord e i loro laboriosi ospiti stranieri possiamo anche farci un lieto giro di tango sulle rime di Carlo Besana.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Tom,
ti suggerisco di andare a provare anche il kebab di via Cauta... ottimo! Entrambi lo fanno benissimo (viaggio tanto e un pò me ne intendo) e meritano una visita. Chiacchierando con Amir scopro che la loro provenienza è pakistana, mentre a via Cauta credo siano tunisini... un'ottima occasione per documentarsi ed apprezzarli entrambi.

Un altro "must" gastronomico teatino del cosiddetto "street food" (eeeh sì, tocca aggiornarsi coi termini) questa volta locale, sono i fantastici e ruspanti panini del chiosco di Palmiro a piazza Matteotti... ma sì, ora più che mai viva l'intercultura!!!

Hai ragione, quello che sta succedendo in Italia è pura follia. Pericolosa follia. E a questo peggio sembra non esserci mai fine. Li hai visti quelli con gli elmi e le armature medievali che facevano da sfondo a Umberto Bossi durante lo storico discorso dell'ora di dialetto nelle scuole e l'inno di Mameli? Che grande lezione di stile e di alta politica...
Follia?
Abbaiare alla osannante folla circondati da cento camicie verdi, cento esaltati vestiti da Obelix con le alabarde e cento sacerdoti di riti pagani con le ampolline dell'acqua del Po...
Follia?
Dall'altra parte Dart Vader, il cavaliere nero, ama circondarsi invece di giornalisti linguati e adoranti e soprattutto belle e facili fanciulle nelle sue faraoniche residenze, nelle quali durante i suoi festini ama proiettare immagini dei suoi discorsi con ovazioni e sottofondo apicelliano.
Follia?
Tutto ciò mentre in umidi sottoscala da qualche parte si balbetta una impercettibile "op--po--si--zio--ne"... tipo "te-le-fo-no ca-sa"...
Una scena di un film fanta-horror post atomico? magari lo fosse.

Ce lo spariamo insieme un kebabbino una di queste sere?

tony

Tom P. ha detto...

Formidabile Tony!

non sapevo neanche che il discorso sulla scuola di Bossi era stato pronunciato in pompa magna, ma quelle carnevalate le conosco.

Sullo street food sarà un gran piacere fare un ripasso 'culturale'.