Alla dichiarazione del Presidente Chiodi vorrei tanto poter credere: parla in modo disteso, tranquillizzante, sembra un uomo per bene, ci dice che il Centro-Oli non si farà, ce lo assicura e dice anche che ormai non è più nei piani dell'ENI. Tutto il resto è solo clamore delle opposizioni che vogliono usare questa vicenda a fini elettorali. Vorrei tanto potergli dare ragione, ma ci sono alcune cose che non quadrano.
Intanto, per dissipare ogni sospetto dalla mia posizione, che non è di parte, faccio i miei complimenti all'assessore Mauro Febbo per la decisione di chiudere lo Show Room di Bucarest: una decisione che blocca un inutile sperpero di denaro. Le buone decisioni mi piacciono, da qualunque parte vengano.
Aggiungo anche che non voglio dare peso alla mancata difesa della Legge Regionale nel giudizio di costituzionalità. Se quella legge dovesse risultare davvero illegittima, se ne può fare un'altra migliore.
Aggiungo ancora che la legge proposta dall'attuale maggioranza, a cui non ho lesinato critiche nel post "la legge che non regge", non va considerata del tutto inutile rispetto al Centro-Oli perché costringendo l'Eni a passare per una nuova procedura autorizzativa che dovrà basarsi sulla normativa attuale (compreso il Piano Regionale di Salubrità dell'Aria - delibera 25.09.2007) si potrebbe arrivare ad un diniego di autorizzazione. Anche questo è un elemento da apprezzare.
Allora che cos'è che non mi convince? perché resto sospettoso e preoccupato? perché ho criticato quel disegno di legge e ribadisco che quella è una legge che non regge? Ecco, direi che la mia impressione è quella di vedere qualcuno che vuol smettere di fumare ma continua a comprare sigarette. Che ci farà delle sigarette se davvero vuol smettere di fumare?
L'Abruzzo è regione mineraria, questo dice il piano di sviluppo economico dell'attuale governo. Non mi sembra che Chiodi stia facendo qualcosa per indurre il governo a cambiare direzione. E' su questa base che il Ministero continua a rilasciare concessioni di ricerca e di coltivazione di idrocarburi. Il Centro-Oli non si fa, però la febbre del petrolio non si ferma: pozzi, trivelle, estrazioni, oleodotti, piattaforme e c'è anche chi spianta le vigne sulla collina del Feudo per far posto alla raffineria. Per capire queste contraddizioni troppo evidenti, per non pensare che siamo vittime di un raffinato raggiro, per dare un senso non inquietante alla "politica del fare" di cui parla l'on. Toto (Il Centro 06.02.2009) l'unica cosa che ci resta da pensare è che tutte queste persone siano esse stesse vittime di un'illusione.
Intanto, per dissipare ogni sospetto dalla mia posizione, che non è di parte, faccio i miei complimenti all'assessore Mauro Febbo per la decisione di chiudere lo Show Room di Bucarest: una decisione che blocca un inutile sperpero di denaro. Le buone decisioni mi piacciono, da qualunque parte vengano.
Aggiungo anche che non voglio dare peso alla mancata difesa della Legge Regionale nel giudizio di costituzionalità. Se quella legge dovesse risultare davvero illegittima, se ne può fare un'altra migliore.
Aggiungo ancora che la legge proposta dall'attuale maggioranza, a cui non ho lesinato critiche nel post "la legge che non regge", non va considerata del tutto inutile rispetto al Centro-Oli perché costringendo l'Eni a passare per una nuova procedura autorizzativa che dovrà basarsi sulla normativa attuale (compreso il Piano Regionale di Salubrità dell'Aria - delibera 25.09.2007) si potrebbe arrivare ad un diniego di autorizzazione. Anche questo è un elemento da apprezzare.
Allora che cos'è che non mi convince? perché resto sospettoso e preoccupato? perché ho criticato quel disegno di legge e ribadisco che quella è una legge che non regge? Ecco, direi che la mia impressione è quella di vedere qualcuno che vuol smettere di fumare ma continua a comprare sigarette. Che ci farà delle sigarette se davvero vuol smettere di fumare?
L'Abruzzo è regione mineraria, questo dice il piano di sviluppo economico dell'attuale governo. Non mi sembra che Chiodi stia facendo qualcosa per indurre il governo a cambiare direzione. E' su questa base che il Ministero continua a rilasciare concessioni di ricerca e di coltivazione di idrocarburi. Il Centro-Oli non si fa, però la febbre del petrolio non si ferma: pozzi, trivelle, estrazioni, oleodotti, piattaforme e c'è anche chi spianta le vigne sulla collina del Feudo per far posto alla raffineria. Per capire queste contraddizioni troppo evidenti, per non pensare che siamo vittime di un raffinato raggiro, per dare un senso non inquietante alla "politica del fare" di cui parla l'on. Toto (Il Centro 06.02.2009) l'unica cosa che ci resta da pensare è che tutte queste persone siano esse stesse vittime di un'illusione.
L'intervista registrata nel video al Presidente Parco Majella, capogruppo PDL alla Regione, vicepresidente Federparchi, nonché firmatario della proposta di legge regionale mi sembra molto indicativa perché conclude dicendo che sarebbe eccessivo impedire ogni attività petrolifera: i "pozzetti" si possono fare.
Lo stesso Giuliante ci spiega, nella prima parte dell'intervista, che la nostra regione ha una sua vocazione non compatibile con certi impianti ad alto impatto ambientale. Ci dice che è necessario scegliere, perché "nel momento in cui gran parte del territorio è oggetto di vincolo, nel momento in cui nel territorio ci sono prodotti tipici che noi stiamo sponsorizzando nelle diverse occasioni nazionali e internazionali, poi dobbiamo evidentemente tener conto di questa vocazione e stabilire una compatibilità laddove possibile che non può riguardare il territorio oggetto di tutela che normalmente non ha la capacità di ospitare questi tipi di nuove strutture".
Centro-Oli no e "pozzetti" sì, dunque, perché l'energia è necessaria.
Il ragionamento sembra anche sensato, ma non fa i conti con un dettaglio che va assolutamente chiarito: è possibile l'estrazione senza desulfurazione? dove lo portano quel petrolio intriso di zolfo che corrode tubi e cisterne? Possiamo correre il rischio che dopo aver lasciato fare i "pozzetti" le raffinerie per la desulfurazione diventino una necessità assoluta, cioè l'unico modo per evitare che le nostre campagne siano inondate dal pestilenziale greggio fuoriuscito dalle tubature corrose che attraverseranno i campi?
Se davvero l'ENI non ha più interesse al centro-oli dovrebbe cessare anche l'interesse per i nostri giacimenti di inutilizzabili liquami. Invece tutto mostra il contrario. Ecco perché la mia impressione è quella di vedere uno che ha smesso di fumare, dice che non fumerà mai più, ma stranamente continua a comprare sigarette. Anche se oggi parla con sincerità, domani finirà per doversele fumare pure controvoglia, perché avrà la casa piena e non potrà sentirsi tanto scemo d'aver speso soldi per niente. Smettere di fumare e continuare a comprare sigarette non è un ragionevole compromesso è solo una sciocchezza, come lo è questa idea di accantonare il progetto del centro-oli continuando a dare autorizzazioni di ricerca e di estrazione di petrolio in tutto il territorio abruzzese.
Poi c'è un altro problema: se anche fosse possibile estrarre il greggio per trasportarlo verso centri di desulfurazione dislocati altrove (ma dove? e come?) il problema non sarebbe risolto perché l'Abruzzo non può rimanere fermo a contemplare i debiti accumulati dalla sanità e le aree abbandonate delle industrie. La nostra economia deve trovare un nuovo slancio e deve trovarlo utilizzando le sue risorse migliori: mare, montagna, parchi, natura, cibi buoni e genuini, olio, vino, acque pure, turismo, borghi pittoreschi, boschi, maneggi, castelli, percorsi agrituristici, porti turistici, trabocchi, tradizioni particolari. La biodiversità offerta dalla nostra flora non ha uguali in Europa. Queste sono cose sempre più rare e sempre più preziose e se è questo il nostro futuro non c'è posto neanche per un "pozzetto", perché anche il più innocuo è sufficiente a rovinare l'immagine della nostra regione che dev'essere perfetta se davvero vogliamo venderla bene nel mercato mondiale.
L'Abruzzo non merita di dover mendicare qualche aiuto governativo in cambio della resa alle speculazioni minerarie. Non possiamo lasciar distruggere le nostre millenarie risorse perché non abbiamo altro. Il petrolio ci darebbe, nella migliore delle ipotesi, pochissima energia per una decina d'anni. Non vale la pena. Non c'è posto per i petrolieri, questo deve dire la nostra legge regionale e questo dobbiamo far valere anche davanti alle strategie di un governo accentratore, davanti alle pretese coloniali e alle speculazioni minerarie. Finchè non vedremo atti concreti che vanno in questo senso il Presidente Chiodi e la sua giunta non avranno una sinistra che gli si oppone, avranno tutti gli abruzzesi contro!
8 commenti:
Caro Tom, spero vivamente che questo blog sia ancora più visibile di quanto sia ora. Ci sono troppi argomenti interessanti, i miei più sinceri complimenti. Se permetti aggiungo una critica ai "teatini": loro dicono che sono degni della provincia, allora perchè se ne fregano quando si parla di Centro Oli? Oppure pensano sempre alla rivalità con pescara? Addirittura ho visto un gruppo su facebook dove volevano far chiudere completamente la città alta...
...io spero che Chiodi mantenga gli impegni presi durante la sua campagna elettorale che gli ha permesso di stracciare la sinistra di turno e che gli "ordini di scuderia" non gli vengano cambiati. Comunque il fatto che lui riaffermi nel tuo video che la sua onesta "politica" non verrà meno mai è già un passo avanti rispetto a quanto dichiarava Del Turco un anno fà a proposito dell'ENI, prima che non venisse pizzicato dal magistrato con le mani sporche di marmellata.
@ Maurizio
per fortuna non frequento facebook. Sulle questioni di rivalità con Pescara e quelle tra Chieti alta e Chieti bassa stendiamo un velo...
@ Enio
se hai letto il programma di Chiodi saprai che sulla questione del petrolio non c'era neanche una parola, (ha promesso gli inceneritori, ma nulla sul petrolio) la promessa di non sostenere il progetto del Centro-Oli è stata un po' improvvisata verso la fine della campagna elettorale quando s'è capito che l'idea di farlo passare per "una grande opportunità" non convinceva neanche gli elettori di destra.
Spero anche io che voglia comunque tener fede alle parole sue e del premier a pochi giorni dal voto. Purtroppo non mi fido perché le promesse di soldi per l'Abruzzo, strillate dal palco con tanta enfasi, furono smentite dopo pochi giorni e da allora il governo all'Abruzzo fa solo tagli e sono tutti contenti lo stesso.
L'unico passo avanti rispetto a Del Turco può essere quello della simpatia personale, visto che Chiodi non parla con l'arroganza del suo predecessore. Per il resto, mentre Del Turco con le sue dichiarazioni era isolato, tanto che finì per votare anche lui la legge regionale che fermò il Centro-Oli. Forse voleva acquisire merito di fronte all'ENI, ma in realtà Del Turco non ha potuto fare niente di concreto perché nel 2005 quando lui fu eletto l'Eni aveva già acquisito il parere favorevole della regione e l'autorizzazione del ministro Marzano, gli mancava solo la variante urbanistica del comune di Ortona, ma anche lì c'era Fratino a braccia aperte.
Ora anche a voler credere nella buona fede di Chiodi non vedo intorno a lui nessuno che capisce il pericolo. Ci sono solo servi dell'ENi capaci di dichiarazioni assurde come quella che avevo citato nel post precedente: l'Eni deve poter fare quello che vuole anche se agisce contro le norme!
Tutto il centro-destra mi sembra molto compatto (ora hanno imbarcato anche Del Turco che così torna tra i suoi compagni craxiani e mi sembra giusto) a sostenere il petrolio, l'Abruzzo minerario, gli inceneritori le centrali nucleari, ecc. I pochi che si pronunciano contro il Centro-Oli si affrettano sempre a precisare che questo non dev'essere un NO al petrolio. Come ho spiegato si tratta di una posizione insostenibile: o sono ingenui e disinformati oppure sono in malafede. Se si faranno i pozzi, prima o poi si farà anche la desulfurazione a poca distanza dai pozzi.
Sta a noi decidere se vogliamo salvare la nostra terra o se preferiamo credere a fandonie che cercano di nascondere fatti incontrovertibili.
I miei timori sembrano tutti confermati da quello che riporta questo articolo di PrimaDaNoi.
C'è l'elenco delle concessioni rilasciate nel solo 2009; ci sono i piani che i petrolieri vanno presentando in giro per il mondo e ci credo bene che le prenotazioni turistiche dall'estero sono già diminuite, poi magari ci sarà pure qualcuno che darà la colpa alla preoccupazione degli ambientalisti.
Sullo stesso problema vorrei segnalare anche quest'altro articolo che pone un quesito molto serio: se basta la sola notizia del petrolio a fare danni pesanti al turismo, cosa sarebbe successo se l'allarme degli ambientalisti non avesse fermato il progetto e ora là ci sarebbero già le ciminiere fiammeggianti?
Tom P, distinguiamo bene: essere contro al centro oli vuol dire essere contro a una struttura che emanerà potenti veleni. Per quanto riguarda le estrazioni marine invece avrei un dubbio...altrimenti se anch'esse fossero altamente inquinanti, tutti i mari del mondo sarebbero pattumiere...che ne pensi?
Non dico che i mari siano gioielli, anzi...
Comunque se il centro destra alla fine è veramente a favore, probabilmente scatenerà una maxi rivolta.
I mari non sono tutti uguali: una cosa è l'inquinamento in un oceano che può essere disperso dalle correnti in acque molto vaste e profonde; altra cosa è l'Adriatico, che è un piccolo lago dentro il lago mediterraneo, con fondali molto bassi e già saturo degli scarichi fognari e industriali.
Una maxi rivolta? non ci sarà e non dobbiamo neanche auspicarla. Serve solo un po' di amor proprio, capire quali sono le cose importanti e non farsi raggirare. Purtroppo questo spirito vigile in Abruzzo manca, molti dormono, molti altri si fanno facilmente tranquillizzare perché, diciamocelo, è più bello pensare che quello che dice Chiodi sia vero, ci fa sentire in buone mani e non ci scarica addosso doveri e responsabilità. E' comodo.
Posta un commento