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20 febbraio 2009

Non passate sulle strisce!

Le foto sono scattate nella zona centrale di Chieti, nei pressi dell'Albergo Abruzzo. Le prime ci mostrano le strisce pedonali disegnate a ridosso di una curva tornante dove gli automobilisti sono sempre distratti dal difficile incrocio con altre vetture (in una città normale ci avrebbero messo le transenne per evitare l'attraversamento, ma noi dietro le transenne ci mettiamo le strisce e anche lo scivolo per disabili, tiè!);
l'altra foto ci mostra un cucù pedonale dietro un grosso cassonetto che impedisce la visuale. Ma l'attraversamento più impegnativo è quello vicino al monumento alla Resistenza, là il temerario pedone che vuol passare sulle strisce è nascosto dalle siepi rispetto ad entrambi i sensi di marcia.

Si dice che Harrison Ford venisse ad allenarsi qui prima di affrontare le scene più spericolate di Indiana Jones. In verità ci rischiano la vita tutti i pedoni che risalgono dalla scala mobile per andare verso San Giustino.

Lo so, questi sono argomenti fuori luogo in un blog di proposte. Cosa dovrei proporre: di fare gli attraversamenti in modo meno criminale? senza mettere in pericolo i poveracci che vogliono rispettare le regole? c'è bisogno di dirlo? forse che gli addetti ai lavori non lo sanno?

Quando m'è capitato di vederli nei pressi di casa mia mentre disegnavano le linee di delimitazione di corsia facendo un posto auto e una bella strettoia in piena curva senza lasciare spazio per l'incrocio di due normali vetture, mi sono affrettato a scrivere al sindaco e all'assessore. Non lo scrivo sul blog perché non mi va di protestare per una svista o un banale errore (anche se molto pericoloso). Può succedere a tutti. Meglio scrivere riservatamente e non per protestare, ma solo per collaborare, per fare in modo che l'errore venga riparato in fretta evitando qualche brutto incidente senza costruirci sopra un inutile castello di chiacchiere. Sì, ma quelle strisce da autoscontro sono ancora là, solo un po' sbiadite dopo oltre un anno. Il cittadino che vorrebbe collaborare non collabora più. Nessuno ha voglia di fare la parte del seccatore e per cose che non riguardano il proprio tornaconto. Ecco, ora sfiduciato lo scrivo sul blog, tra di noi, nella piccolissima cerchia dei teatini computerizzati. Tanto qui non ci sente nessuno.

E' probabile che a volersi occupare di queste cosucce si dovrebbe accompagnare ogni mattina ogni tecnico comunale e sorvegliarlo a vista. E per non raddoppiare la spesa dei lavori pubblici si potrebbero utilizzare i pensionati che invece di vigilare davanti alle scuole come nonni anti-droga, potrebbero vigilare i vigili, gli operai, i tecnici... una squadra di nonni capataz. Purché abbiano un po' di senno, naturalmente.

Però li vorrei conoscere gli addetti alle strisce: lo fanno apposta? si divertono? sono ubriachi già di mattina oppure non vedono quello che fanno? o magari sono di quel genere di italiano che è sempre troppo impegnato a criticare gli altri per vedere il disastro che sta facendo. Come l'imbianchino che venne a lavorare a casa mia quando ero bambino: passò tre giorni a brontolare contro il governo, i politici ladri, gli statali fannulloni, i giovani capelloni, le femministe. Diceva che in galera non ci va nessuno, neanche quelli che esportano i capitali all'estero... era troppo indignato per badare a dove finivano le sue pennellate. Sembrava l'unico onesto in lotta contro tutti i mali del mondo, ma quando mio padre gli chiese la fattura per il lavoro da pagare c'è rimasto male: l'unico onesto del mondo non se l'aspettava che qualche regola potesse valere anche per lui. No, la fattura non la fece, piuttosto avrebbe rinunciato ai poco meritati quattrini! Ecco, se i nostri maestri zebrai sono così, allora non voglio neanche conoscerli, ne conosco già troppi così. Chissà se sono gli stessi che l'ex sindaco Cucullo mandava a piazzare i pali per la filovia. Sembrava proprio imminente il filobus nel 2003 e squadre di solerti operai arrivarono a prendere le misure lasciando sui marciapiedi i loro segnetti di vernice. Ricordo lo stupore dei passanti nel constatare che in certe zone non c'era collocazione peggiore di quella scelta dagli "esperti". Infatti qualche palo fu poi collocato in modo diverso dal previsto. Chieti fu palificata come una foresta tropicale. Ci mancavano solo le liane, ma se aspettiamo ancora un po', quando i fili elettrici cominceranno a staccarsi e a penzolare giù dai pali, avremo anche quelle. Sì, forse sono sempre loro, gli stessi che ora piazzano i cassonetti sulle strisce pedonali, lasciano materiali e attrezzi nei cantieri aperti così appena arriva il vento qualcosa vola ad ammaccare le vetture percheggiate. Paga Pantalone.

Lo fanno sempre di proposito? si divertono? sono già ubriachi di mattina presto? Magari sono gli stessi incaricati di far ripartire il filobus, magari sono loro stessi che chiameranno le iene televisive per riderci sopra: sai che risate col sindaco che non saprà più cosa rispondere e forse gli basterebbe dire semplicemente: "sono il sindaco di Chieti".

2 commenti:

@enio ha detto...

Effettivamente qualcosa che non funzioni nel rifacimento delle strisce pedonali a Chieti c'è. Io sono convinto che manchino di coordinazione e che le facciano dove capita! L'assessore dal suo blog mi ha promesso di risolvere il problema da me segnalato in Via Majella, lì le strisce oltre ad essere fatte in prossimità di un incrocio, senza nessun limitatore di velocità si sono pure scolorite e da un paio d'anni non vengono ritinteggiate. Per il codice della strada, ho rammentato a Bassam che andrebbero anche indicate, le strisce, con un cartello.

Ma®aM ha detto...

Fantastico il tuo post, Tom! E' proprio vero che in questa città non si ragiona con il cervello, ma ... non ti dico con cosa... E sai qual'è, paradossalmente, la cosa più divertente? Che apparentemente non gliene importa niente a nessuno, a parte, naturalmente, quelli come me e te che sfogano la loro indignazione nei loro siti e blog, impossibilitati a fare in altra maniera. La logica è un'opinione, purtroppo... Per quanto riguarda le strisce pedonali ho da fare una considerazione. Molte delle vittime della strada sono "falciate" mentre attraversavano sulle strisce. Quello che dovrebbe essere uno strumento di "sicurezza" diventa in effetti un "pericolo". Quando prenderanno rimedi efficaci sarà sempre troppo tardi... Quanti dovranno ancora morire sulla strada?