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27 febbraio 2009

La legge che non regge

Il grande annuncio è già scivolato via dalla home-page di PrimaDaNoi. E' stata una notizia fugace sui quotidiani di martedì scorso, ma se fosse vera sarebbe una gran bella notizia:
"Un disegno di legge regionale che disciplina la localizzazione di nuove infrastrutture energetiche e che pone fine alla deregulation nel settore.
Uno strumento normativo che, con le sue previsioni, rende, di fatto, impraticabile l'ipotesi di realizzazione del Centro Oli di Ortona."
Si parla del disegno di legge regionale presentato in conferenza stampa dall'assessore all'Agricoltura, Mauro Febbo, dal senatore Fabrizio Di Stefano e dal consigliere regionale, Gianfranco Giuliante, capogruppo del PdL all'Emiciclo.



Per poter leggere il testo di questo ddl tanto magnificato abbiamo dovuto aspettare che comparisse sul blog di Carlo Costantini. Ma se era così bello ed efficace perché ce lo pubblica solo un rappresentante dell'opposizione? perché neanche PrimaDaNoi ce l'ha mostrato? Provate a leggerlo e sicuramente capirete: il link è questo.

La nuova legge si applicherebbe (il condizionale è d'obbligo perché si tratta solo di un disegno di legge) a tutti gli impianti che non hanno ancora ottenuto il permesso a costruire. Il Centro-Oli l'ha ottenuto? speriamo di no. Finora s'è parlato di destinazione d'uso dei terreni e di alcuni rogiti notarili. Possiamo supporre che senza la firma del sig. Orsini e senza la piena proprietà dei terreni il permesso a costruire non dovrebbe esserci e speriamo che l'Eni non riesca ad ottenerlo nelle more di approvazione della legge.
Se questa premessa è corretta significa che per fare il Centro-Oli l'Eni dovrà rispettare la nuova procedura. Cosa impone la nuova procedura? ce lo dice l'art.2:

1) che c'è un ufficio competente a rilasciare l'autorizzazione (e questo mi pare ovvio);
2) che il rilascio dell'autorizzazione avviene nel rispetto delle normative vigenti (beh, anche questo mi pare ovvio, sennò a che servono le normative);
3) la procedura da seguire è quella fissata dalla legge 241/90, cioè la legge generale sui procedimenti amministrativi (questo è ancora più ovvio);
4) alla procedura partecipano anche i comuni "contermini" di quello direttamente interessato (questa è la novità);

Cosa comporta questa grande novità? evita che i comuni limitrofi possano protestare come fecero Francavilla, Pescara, ed altri contro il Centro-Oli di Ortona. La nuova legge chiamerà anche loro al tavolo delle decisioni (questa mi sembra un'ottima idea) e riserva anche per loro una parte dei quattrini, cioè il 20%, del 15%, del 70% del 7% di quello che il rappresentante unico dei petrolieri avrà la bontà di dichiararci d'aver estratto.

Attenzione non tutto ad un solo comune: il 20%, del 15%, del 70% del 7% va suddiviso tra i diversi comuni circostanti in base ad un accordo.
Proviamo a fare due conti: per esempio, se l'ENI ci dirà che ha estratto un milione di barili (in teoria si potrebbe anche controllare, ma di fatto ci si dovrà fidare di quello che dicono perché sistemi di controllo non ci sono) ora che il prezzo è di 42 $ al barile, parliamo di 42 mln di dollari (già vedo luccicare le vostre pupille) che al cambio attuale (1,28) fanno circa 32 mln di euro.
Il 7% = 2.240.000; e di questi il 55% va alla Regione e il 15% al Comune che ospiterà l'insediamento a titolo di royalties; il contributo compensativo corrisponde al 15% di questa somma (1.232.000 + 336.000 = 1.568.000) cioè 232.200 €. Di questo contributo il 20% andrà ai comuni viciniori, si tratta della bella cifra di 46.440 €. Non ci compri neanche un monolocale da ristrutturare, ma è su questa somma che i comuni si accapiglieranno per trovare l'accordo spartitorio.
Come potrà finire questa spartizione? Nel caso ortonese i comuni direttamente interessati erano 5 e i contermini erano 11. In una spartizione paritaria ogni comune potrebbe ottenere € 4.221,81 che forse non è nemmeno il rimborso spese delle diverse riunioni e trasferte fatte per raggiungere l'accordo. Se un sindaco s'era fatto l'illusione di poter comprare una Punto nuova ai suoi vigili coi soldi nel petrolio ne sarà amaramente deluso.

In realtà i miei calcoli sono molto in eccesso perché non tengono conto che sulle prime 20000 tonnellate annue i petrolieri non versano niente, e nulla è dovuto per tutte le quantità disperse, bruciate, impiegate in cantiere, reimmesse in giacimento o estratte per prova. I miei calcoli non tengono neanche conto dei vari sconti speciali connessi al vettoriamento, trattamento e flussaggio oli speciali. Il peggio viene quando si legge, nel sesto comma dell'art.19 D.Lg. 625/1996, che "Per produzioni di idrocarburi con caratteristiche di marginalita' economica [ahi ahi ahi, è proprio il nostro petrolio amaro] causata da speciali trattamenti necessari per portare tali produzioni a specifiche di commerciabilita', ai concessionari puo' essere riconosciuta dal Ministero, su documentata istanza, sentita la Commissione di cui al comma 7, una ulteriore detrazione, in ogni caso non superiore ai costi aggiuntivi sostenuti". Questo significa che tutto il costo del trattamento di desolfazione l'Eni se lo potrà recuperare come detrazione dalle royalties, cioè paghiamo tutto noi e probabilmente i soldi per comprare la Fiat Punto ai vigili non li vedrà nemmeno il comune su cui vanno ad incidere gli impianti, forse nemmeno la Regione!

Gli estensori della legge avran pensato che in questi tempi di ristrettezze i comuni dovrebbero accontentarsi anche solo di sentire il tintinnio delle monete. E se non s'accontentano? se volessero esprimere una volontà contraria? potrà un comune bloccare tutta l'operazione? Questo la legge non lo dice. Dice solo che i comuni 'contermini' sono presenti al tavolo delle decisioni. Forse là potranno controllare che le perizie siano conformi ai parametri di legge (con i parametri che abbiamo: 6000 volte superiori ai tetti stabiliti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, vorrei vedere che non ci stanno!).

Tutti i criteri, modalità e termini della procedura dovranno essere fissati dalla Giunta Regionale (badate: non il Consiglio che ci rappresenta tutti, ma solo l'organo esecutivo).
L'esecutivo, per sua stessa natura (non parlo di situazioni irregolari, non voglio neanche immaginare la possibilità di corruzione e abuso d'ufficio, non è mai successo) è molto più vicino alle imprese interessate ad avviare il business che ai cittadini. Ma la trovata geniale di questo ddl non è solo questa di affidare tutte le vere decisioni alle stanze chiuse di apparati amministrativi eludendo ogni confronto democratico su questioni di vitale importanza. C'è anche un'altra trovata geniale che sembra fatta apposta per evitare che qualcuno possa mettersi comunque di traverso: è vero che il miserabile contributo compensativo è previsto a titolo di ristoro del danno ambientale, ma non viene stabilito alcun vincolo per l'utilizzo delle somme, come fa invece la legge nazionale. Insomma gli amministratori di ogni comune potranno farci quello che vogliono. Eccola l'esca che metterà tutti a tacere: pochi soldi, ma liberi.

I nostri legislatori regionali con questa proposta sembrano voler fare tutto il possibile per evitare che qualche giunta comunale, consiglio provinciale e perfino il consiglio regionale possano ostacolare la petrolizzazione delle nostre terre.

Se vogliamo pensare ad una buona fede dell'assessore all'agricoltura, che è il primo firmatario della proposta, siamo costretti ad immaginare che abbia scambiato la "coltivazione" di idrocarburi per un'attività agricola da promuovere al massimo grado. Magari dopo questa legge ne proporrà un'altra per finanziare l'invecchiamento del petrolio in pregiate botti di rovere e poi si attiverà per attribuire la denominazione d'origine controllata alla fanghiglia sulfurea estratta tra le vigne di Tollo e Miglianico: il cerazuolfo d.o.c.

Scherzi a parte, il ministro Scajola, che dal giugno scorso ha declassato l'Abruzzo a regione mineraria, non poteva essere servito meglio. Con una legge così potrà offrire l'Abruzzo ai petrolieri sopra un piatto d'argent.



E noi? Beh, noi possiamo cliccare qui, sulla mappa delle autorizzazioni, in modo da vederla a pieno schermo e ripetere ad alta voce: "è solo un problema degli ortonesi, è solo un problema degli ortonesi..." ripetetelo fino a quando non vi sembrerà vero. Pare che questa forma di autoipnosi a molti teatini sia già ben riuscita. Non mi si dica che sono anch'io un terrorista komeinista perché avrei anche potuto mettere foto di malati terminali e di bimbi malformati e chiedervi di fare l'esercizio ripetendo: "ci sarà solo un po' di puzza... solo un po' di puzza". Per strano che possa sembrare anche questo autoconvincimento a molti è già perfettamente riuscito.

Se non volete sottoporvi ad autolavaggio del cervello allora tornate all'inizio del post e rileggete la bella notizia, così come ce l'hanno data, poi ascoltate il politico che parla e poi... fate voi.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie mille!!! In questo mondo iperinformatizzante di continua disinformazione leggere un po’ di vera informazione non può fare che bene!

Le auguro di continuare per lunghissimo tempo la sua attività di blogger: avrà per sempre almeno un assiduo lettore...

@enio ha detto...

notizia interessante e ben proposta, il tuo blog sta attraversando un buon periodo (io ti leggo spesso)spero che finalmente un pò di internauti si faranno sentire (sono come le mosche e vanno... dove c'è il miele...)uscendo da quel torpore che attanaglia una città come la nostra. Mi auguro anche che scrivano legando il loro post ad un Nick così è anche più faciòe dialogare.

Anonimo ha detto...

Caro (se mi è concesso) Tom, ho fatto come mi hai consigliato: dopo aver letto con attenzione il tuo post (grazie per la chiarezza) mi sono riletto "la bella notizia", così come è stata diffusa, e poi ho ascoltato "il politico che parla". Risultato: sei troppo buono a titolare il tuo testo con "la legge che non regge". Senza dover troppo spulciare tra le righe, il testo del disegno di legge presentato dalla Giunta Chiodi sul Centro Oli di Ortona non solo è inadeguato - come dice Costantini - ma a me pare che dia mano libera all'impianto petrolifero. E non voglio usare altre parole. Del resto lo stesso politico intervistato dice: "chi fa un danno deve pagare". Scusate, ma se si tratta di danno perché mai si deve fare? per quelle quattro lire di royalty?. Cmq: anche se fossero molti più soldi, se invece del monolocale ne uscisse una reggia, meglio non farlo; Viggiano (il paese - sic - delle arpe) insegna.

Tom P. ha detto...

Caro Francesco,
sono molto onorato della visita e degli apprezzamenti e condivido le tue osservazioni.

I weblog sono nati come semplici diari personali, restano per la gran parte tra il chiacchiericcio intimo e la vaghezza dell'anonimato, perciò potrà sembrare presuntuoso il tentativo di farne un uso diverso, più costruttivo, attento alla qualità piuttosto che alla quantità. Ci sto provando e quindi spero di continuare ad avere la tua qualificata partecipazione.

Tom P. ha detto...

Ringrazio anche l'anonimo che ha lasciato il primo commento.

A Enio, che conosco informaticamente da tempo, non posso che ripetere quel che ho detto a Francesco: se l'obiettivo è la qualità dello scambio non vorrei trovarmi circondato di mosche (che non vanno solo al miele).

Angelo ha detto...

Beh, che dire. Un'analisi che merita un dieci e lode e mi fa sentire francamente un dilettante come blogger ;).

Io, a parte lo scovare egregiamente falle che alla mia analisi sono sfuggite, dato che di fatto, se il ddl 1441 ter (che forse ha cambiato anche nome perché fatico a trovarlo nel sito del senato) va in porto, questo disegno Febbo avrà valenza zero a prescindere, ho apprezzato molto la parte umoristico/satirica del pezzo. Un passaggio degno dell'ironia del miglior Travaglio (che spero per te non sia un'offesa).

A breve rivisiteremo il nostro sito dei menestrelli. Abbiamo deciso di aprirlo ad altri blogger in maniera da ottenere il duplice scopo di aumentare la qualità e la varietà delle opinioni e di consentire una maggiore visibilità anche ai blogger interessati (si tratterebbe di scrivere un pezzo ogni tanto ed ogni pagina rimanderebbe al blog dell'autore, nella fattispecie del tuo caso, a questo). Il tutto pensato in un'ottica locale-regionale.

Quando sarà ti contatterò, anche perché, sin dalla prima visita che ho fatto su questo spazio, sei in cima alla mia lista di blogger locali per qualità e piacere di lettura.

A presto...a volte vorrei che l'autoconvinzione funzionasse davvero!

Anonimo ha detto...

Complimenti all'autore di questo blog. Complimenti in particolare per questo post interessante. Vedi, a chieti i "teatini" dicono che solo loro sono degni di chieti, che odiano Pescara, che se ne fregano di tutto e di tutti e che i chietini, come li chiamano loro , sono il male della città. E INVECE E' PROPRIO IL CONTRARIO! Perchè sono proprio i teatini, con il loro menefreghismo, a essere mal sopportati. PEr quanto riguarda il centro OLI, sono fiducioso che non si farà: ci sta la salute di mezzo, e tutti i comuni si sono opposti, punto

Tom P. ha detto...

@ Angelo,

grazie dei complimenti, troppo buono.

Ho visto che nel tuo blog c'è una pagina per contatti, la userò per inviarti il mio recapito mail.

@ Firestarter,

Grazie e benvenuto nel blog.

Abito a Chieti da 15 anni e qui ho trascorso parte della mia adolescenza ma questa differenza tra chietini e teatini non l'ho ancora capita (forse non la voglio capire).

Anonimo ha detto...

Tom, sono pescarese e frequento l'università a chieti, e ho amici di chieti. Il problema è che c'è ancora gente arretrata socialmente, che non cala mai persino allo scalo...forse sarà questa la differenza fra chietini e teatini

Anonimo ha detto...

Bravo Tommaso, e dire che Febbo è ragioniere, ma forse lo è per le compagnie
fabrizia

Anonimo ha detto...

purtroppo si sa che le bugie hanno le gambe corte!
Questo ne è un caso eclatante!
Ma ti ricordi la campagna elettorale di Gianni il bello?! Le false promesse e tutto il resto?
Bene, questa legge, che dovrebbe prevedere il Centro Oli è la dimostrazione di come il pensiero ed il volere cittadino nel nostro sistema, nella nostra società sono stati semplicemente cancellati!
Per fortuna che il loro slogan era Rialzati Abruzzo!!!