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06 novembre 2008

Stupor mundi

Non è un film. E' molto più bello di un film: è vero.

Non so se il vento del cambiamento potrà arrivare fino a noi, a questa nostra Italia depressa e incartapecorita, prigioniera di mafie, di clientelismi, di illegalità diffuse e rigurgiti di odioso squadrismo che si cerca di occultare o di giustificare.

Non so se il programma elettorale di Obama basato anche sulle energie rinnovabili potrà portare un buon vento anche al nostro Abruzzo che sta per essere schiacciato sotto il tallone dei petrolieri.

Non so neanche se Obama riuscirà, o fino a che punto riuscirà, a superare gli ostacoli che troverà numerosi sulla sua strada. Di certo poteri magici non ha, ma per noi è la prova vivente che non siamo condannati al peggio: non è vero che l'America è diventata feudo di poteri invisibili e di dinastie familiari; non è vero che il nuovo secolo dev'essere necessariamente fatto di guerre, orrori, sopraffazioni, sfruttamenti e distruzioni; non è vero che il futuro è un inevitabile ritorno alla miseria, alla paura e agli scontri di civiltà in una terra disperata destinata a morire soffocata. No, il futuro può essere diverso!



Guardate il filmato perché è un pezzo di storia. Comunque andranno le cose riempirà i copioni hollywoodiani dei decenni a venire. Questa coppia di nuovi inquilini della Casa Bianca, con le loro figliolette sorridenti è uno smacco per i razzisti e per i profeti di sventura, ma lo è anche per la sinistra italiana, quella sempre pavida, incerta, rifugiata nell'ordinaria amministrazione. Una sinistra senza speranza che si vergogna dei propri ideali, che tende a negare le opportunità e tradisce puntualmente le aspettative dei suoi elettori. La sinistra a cui appartengono molti lettori di questo piccolo blog, sempre nascosti, che non hanno mai osato lasciare un solo commento.



L'afro-americano, nato a Honolulu, figlio di un immigrato islamico, che sale sul più alto trono del pianeta mi riporta emotivamente a quella sera di ottobre di trent'anni fa, quando al monumentale balcone di San Pietro s'affacciò un polacco dal cognome impronunciabile, uno straniero che in quella solennità osava scherzare. Voglio augurare a Obama che possa anche lui calamitare l'amore dei popoli e cambiare il corso della storia con la stessa forza tranquilla del ragazzo di Wadowice.

Il filo delle emozioni ci farà accompagnare le sue bimbe, Sasha e Malia, fino alla camera ovale e alla scrivania sotto cui giocavano Caroline e John-John, come a ricongiungere il filo di un sogno spezzato. Ma non è solo l'onda emotiva di una realtà romanzesca quella che oggi viene a risollevarci gli animi. C'è un'altra ragione di soddisfazione che dobbiamo accogliere e riproporre anche qui, in Italia e in Abruzzo: la meritocrazia. In Obama io non vedo il nero immigrato, vedo soprattutto il brillante laureato di Harvard. Barak e Michelle sono entrambi plurilaureati, sono persone colte, non affaristi improvvisati, non rampolli ignoranti e viziati, non saputelli ideologizzati. Dopo i clamorosi strafalcioni di Bush e l'ostentato orgoglio da massaia di una Sara Palin che spende 5000 dollari al mese di parrucchiera è il merito che ristabilisce l'ordine delle cose: 349 a 162.

Per una cronaca più diretta vi rimando qui. Per un breve ripasso di quello che avevano detto i nostri esperti di cose politiche potete leggere questo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, il futuro può essere veramente diverso.
Per l'America si prospetta un nuovo inizio.
Spero che un nuovo inizio arrivi anche per il nostro Abruzzo e sopratutto per Chieti.

Erri ha detto...

Per fortuna Obama non è stato educato dal papà che si era separato dalla madre di Barack quando questi aveva appena due anni e da allora aveva rivisto il figlio una volta sola... Il papa` infatti era noto per essere un tipo violento, soprattutto nei confronti delle mogli.
Spero che Obama possa ridare fiducia al suo paese e risolverne i problemi economici e sociali. Meno fiducioso sono invece per quanto riguarda l'Europa e quindi la nostra regione.

Anonimo ha detto...

Dovendo sintetizzare, con un detto popolare direi:

"Prendiamo Barack e Burattini...."

Loro, negli USA, hanno Barack.
Noi qui i in Italia solo i burattini
(e il burattinaio).


M.Beh Mo Avast