La sentenza del TAR che ha respinto i ricorsi presentati contro il Petrolchimico di contrada Feudo (9 km da Chieti!) ha gettato nello sconforto tutte le persone che amano questa nostra terra. La decisione è arrivata come un colpo tremendo capace di stroncare ogni nostra speranza. L'esapede cane fiammeggiante ha vinto e il suo fiato di fuoco lambisce già le nostre case. I rapprentanti dell'ENI si già presentati davanti al notaio per definire l'acquisto dei terreni e sembra che solo due proprietari hanno opposto un rifiuto.
Quando i giudici cercano di forzare le parole della legge, la giustizia usurpa un ruolo non suo, ma questa volta a me sembra che non sia stato così: i giudici del TAR si sono limitati al loro compito applicativo.
La sentenza ci mette come davanti allo specchio, perché quelle leggi sono state scritte dai rappresentanti scelti da noi, quelle autorizzazioni sono state concesse dagli amministratori pubblici eletti da noi, quei termini scaduti sono l'effetto della nostra fiducia, della nostra indifferenza, della nostra ignoranza, della nostra dabbenaggine, della nostra creduloneria.
La sentenza del TAR ci mette davanti ad uno specchio che riflette uno sfacelo. Sono miseramente cadute le illusioni di chi immaginava che la protesta di qualche migliaio di persone sensibili potesse fermare l'invasione dei nuovi barbari del petrolio; è svaporata l'idea che organi di tecnici e di esperti potessero scongiurare il peggio; sono svanite le chiacchiere di chi diceva d'aver risolto tutto con la legge regionale.
I giudici amministrativi hanno riconosciuto la validità delle autorizzazioni concesse all'ENI per trasformare l'Abruzzo in un distretto petrolifero. I risultati saranno gli stessi della Basilicata (potete leggerli qui) piccola parte di una devastante febbre italiana dell'oro nero.
Agonia del Bel Paese, se n'era parlato anche qui e qui.
Invito i miei lettori a tenersi aggiornati sulle iniziative in corso visitando i siti linkati al blogroll "Emergenze ambientali": qualcuno sta cercando di scrivere la pagina più nera nell'intera storia dell'Abruzzo. Nonostante il carattere mite di noi abruzzesi non possiamo assistere passivamente, non possiamo arrenderci ad una trasformazione della nostra zona nel capolinea di un distretto petrolifero!
Quando i giudici cercano di forzare le parole della legge, la giustizia usurpa un ruolo non suo, ma questa volta a me sembra che non sia stato così: i giudici del TAR si sono limitati al loro compito applicativo.
La sentenza ci mette come davanti allo specchio, perché quelle leggi sono state scritte dai rappresentanti scelti da noi, quelle autorizzazioni sono state concesse dagli amministratori pubblici eletti da noi, quei termini scaduti sono l'effetto della nostra fiducia, della nostra indifferenza, della nostra ignoranza, della nostra dabbenaggine, della nostra creduloneria.
La sentenza del TAR ci mette davanti ad uno specchio che riflette uno sfacelo. Sono miseramente cadute le illusioni di chi immaginava che la protesta di qualche migliaio di persone sensibili potesse fermare l'invasione dei nuovi barbari del petrolio; è svaporata l'idea che organi di tecnici e di esperti potessero scongiurare il peggio; sono svanite le chiacchiere di chi diceva d'aver risolto tutto con la legge regionale.
I giudici amministrativi hanno riconosciuto la validità delle autorizzazioni concesse all'ENI per trasformare l'Abruzzo in un distretto petrolifero. I risultati saranno gli stessi della Basilicata (potete leggerli qui) piccola parte di una devastante febbre italiana dell'oro nero.
Agonia del Bel Paese, se n'era parlato anche qui e qui.
Invito i miei lettori a tenersi aggiornati sulle iniziative in corso visitando i siti linkati al blogroll "Emergenze ambientali": qualcuno sta cercando di scrivere la pagina più nera nell'intera storia dell'Abruzzo. Nonostante il carattere mite di noi abruzzesi non possiamo assistere passivamente, non possiamo arrenderci ad una trasformazione della nostra zona nel capolinea di un distretto petrolifero!
5 commenti:
sta girando un volantino esplicativo in cui sono riportate alcune frasi molto eloquenti sul tema Centro Oli di Ortona...non so se vuoi te lo posso inviare...è molto interessante e drammatico allo stesso tempo!
oggi alle 17 c'è l'incontro del WWF a Madonna delle Piane dinanzi la Chiesa, vi sarà anche una troupe di una trasmissione di Raiuno, la vita in diretta e si parlerà del problema acqua e del potabilizzatore...è importante!
Il "potabilizzarore" ? Quelloche non ha mai funzionato e che ha richiesto la spese di una mole di denaro tale da poter costruire l'intero "villaggio" olimpico ? C'è solo da augurarci che la magistratura si sbrighi a condannare i responsabili dell'opera incompiuta.
se la magistratura nn si sbriga e fa in fretta nei primi mesi del 2009 i reati andranno in prescrizione ed addio condanne!!
Stanno svendendo l'Abruzzo per pochi danari, quì il cemento la i pozzi di petrolio ( mare Adriatico ) e più in là le raffinerie ( entroterra ortonese ): è proprio vero che ognuno ha il governo (ladrone) che si merita. Mettiamoci riparo adesso che siamo in tempo, con le prossime elezioni.
Posta un commento